martedì 22 ottobre 2013

Der Monno Infameeee!

Roma capoccia.
Roma fatta de capoccia, capoccioni insomma.
Tutti che comandano o pensano di avere l'autorità per comandare.

E pretendere.

'Na città  fatta de generazioni, de categorie ed età che pretendono.


Gli anziani che pretendono di attraversare fuori dalle strisce o fermare la macchina in doppia fila per andare dal medico, perché sono anziani e tutti devono capire.

Adolescenti che pretendono di disturbare la quiete pubblica senza che nessuno li rimproveri perché è il loro momento e bisogna capirli.

Ventenni che pretendono di gabbare ripetutamente la legge e non essere puniti, perché lo stato fa schifo e se lo merita e noi lo dobbiamo capire.

Quarantenni che pretendono  in macchina di saltare la fila camminando sulla corsia preferenziale degli autobus o passando con il rosso, perché loro so' stanchi del traffico e poi so' nervosi e poi è una città stressante e "come fate a non capire?"

Cittadini di tutte le età che pretendono di avere una ragione migliore di una donna gravida o di un infermo per star loro davanti al supermercato o alla posta o per non cedere il posto sull'autobus e "Ho fretta, capisce?" .

Automobilisti di tutte le età che pretendono di avere una ragione migliore di un handicappato per parcheggiare in un posto a loro riservato o chiudendo una discesa riservata alle carrozzine e "sono due ore che cerco parcheggio, aspetterà due minuti ma capirà!".

Motociclisti o ciclisti di tutte le età che pretendono di avere una ragione migliore di un qualsiasi pedone o del codice della strada, per non fermarsi al semaforo, per andare contromano, per dribblare un pedone sulle strisce e "non do fastidio a nessuno, c'ho due ruote, capirai!" .

Pedoni di tutte le età che pretendono di avere una ragione migliore di un automobilista o di un ciclista o del comune senso civico per attraversare col rosso, o senza guardare, o gettando la carrozzina col figlio in mezzo alla strada perchè "sennò non si ferma nessuno, capisci?"

Così, per fare degli esempi.

E così, se io in bicicletta evito faticosamente una vecchietta che sta attraversando per obliquo una strada in un punto a caso di un lungo rettilineo, che si ferma al centro della carreggiata per cercare una cosa nella borsetta e le comunico senza neanche imprecarle contro che ci sono le strisce, lei mi manda a fanculo.

Non mi chiede scusa perché per evitarla momenti andavo a sbattere, non mi ringrazia per non averla investita, mi manda a fanculo.

Perché ho leso il suo diritto di attraversare dove le pare. Così andrà a dire che i giovani sono maleducati e racconterà che una ragazza oggi momenti la investiva e che non c'è PIU' rispetto per gli anziani.

Così. Senza guardare oltre il proprio stato di fatto.

Anziano, ventenne, quarantenne, pedone, cittadino, ciclista e motociclista, la pretesa dipende da ciò che si è in quel momento, che ha ragione su tutto e tutti.

Il tutto e i tutti che devono capire quella ragione e non protestare, non indignarsi, non cercare di modificare l'immodificabile.
Semplicemente devono dare la colpa ad un'altra categoria, giusto per non rischiare di cambiare le cose.

Così è diventata Roma.

Con la gloria di un passato che calpestiamo ogni giorno e che non rispettiamo come ciò che l'ha resa grande e che ancora oggi la rende bella, malgrado tutto.

Con la storia che ci rende arroganti e prepotenti.

Con la speranza che un Sindaco cambi in fretta le cose, mentre tutti stiamo a guardare.

Con la disillusione che questo avvenga e l'autogestione o caos che ne conseguono.

Inetti, prepotenti, arroganti, categorie tutte, sareste capaci di alzarvi, di fare qualcosa, una qualsiasi, buttare il vetro nel contenitore per il vetro, timbrare il biglietto dell'autobus, raccogliere una carta per terra, per dire, almeno per un giorno "oggi ho fatto qualcosa anche io"?.

Sareste capaci di stare senza lamentarvi di altro che della vostra inezia, prepotenza, arroganza, almeno per un giorno, ascoltando il problema del vostro vicino di categoria?

24 ore di una Roma migliore! Che utopia!

No. Non accadrà mai.

Ed io la prossima volta investirò la vecchietta.
.




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