martedì 17 aprile 2012

Groupie si nasce.





"Quando ami talmente tanto una singola canzone o un intero gruppo da starci male, è questo che ti fa decidere di intraprendere quella strada, e spesso non c'è ritorno".
(da Almost Famous-Quasi Famosi di C. Crowe)


1° dialogo tipo:
 "Ma tu sei una groupie?" 
"non nel senso che siiicuramente intendi tu"

"cioè? nun te strappi i capelli e non tiri reggiseni sul palco?"

"cioè non mi interessa portarmi al letto chi canta o chi suona"

"seee, mo me vieni a dì non ti scoperesti il tuo cantante preferito perchè non sei quer tipo de fan? Le fan so' tutte uguali! Ti adoro, sei fico, divento ebete davanti a te e faccio quello che dici".
"mi piace la musica e l'atmosfera di un concerto".
"ma che cazzo stai a di'?"


2° dialogo tipo:


"chi sei annata a vede'? chi sarebbe 'st ultimo sfigato che te piace?"

"Un cantautore emergente"

"Aho ma tutti te li trovi eh? Sei proprio una fans!"

"Fan. Singolare. E comunque semplicemente mi piace la musica, soprattutto ai concerti"

"Ecchene 'n'antra. C'hai quarant'anni e ancora che vai ai concerti a ffa' laaa... come se chiamano? 'a groupie! Ma comprate 'n cd e ascoltatelo in macchina! Fatte 'n i-pod!"

"Non è la stessa cosa"

Ma vajelo a spiega'...

P.u.n.t.o. per p.u.n.t.o. ?

Cominciamo dal pratico: ai miei capelli ci tengo e comunque   

  i reggiseni sul palco 

io, nun li posso tirà.  
Primo: i miei reggiseni costano. Non li posso comprare dar cinese. Nun m'entrano. E quindi non solo andare al concerto me costerebbe de biglietto, ma pure de reggiseno, che sicuramente costa più del biglietto. 

Secondo: un conto è lanciare un push-up imbottito taglia retromarcia che sta grosso pure a 'na barbie, un conto lanciare una quarta, con ferretto, elastico doppio, coppa C, che è 'n'arma contundente! 

Me figuro il cantante che se vede arriva' Mascalzone Latino che sta a gareggia' co' Luna Rossa, a tutta velocità in faccia! Non credo che la prenderebbe benissimo, no??

Terzo: se io lancio er reggiseno, salvo essermene portata un altro di scorta, (il che richiede una pianificazione strategica a dir poco eccessiva), rimango senza. 
A parte la distrazione che provocherebbe ai performers, ma qualcuno ha idea di quanto faccia male saltare senza reggiseno? E' la stessa sensazione provata quando correvamo appresso all'autobus con lo zaino Invicta pieno de libri sulle spalle, con l'aggravante che è attaccato allo sterno, lo zaino!

E poi non ho la macchina. 
Quindi niente cd da ascoltarci dentro.

Ma sto divagando. Chiedo venia.
  
Il fatto è che non è facile! 
Per spiegare bene, fino in fondo,
cosa si prova quando la musica vive dentro
devo trovare delle parole che siano immagini, devo raccontare quei piccoli dettagli che rimangono ad occupare angoli della bocca destinati ad un sorriso, devo far battere il cuore in 4/4 e parlare con il suo ritmo. 




Dunque una grupie ... letteralmente accompagnatice di gruppi (http://it.wikipedia.org/wiki/Groupie), in realtà una parola piena di tante cose, che è nata negli anni 70 ma che non si è mai modernizzata, se non nella sua accezione più negativa. La donna per cui è stata coniata, Pamela Des Barres, la prima, vera accompagnatrice di gruppi, ha vissuto un'epoca in cui il rock conviveva in assoluta tranquillità con la trasgressione (o presunta tale) e fare uso di droghe, essere sessualmente "aperti", era una specie di necessità, non la causa-effetto dell'amore per la musica. 

Perché prima di tutto, Pamela, era lì per la musica

Groupie... groupie non vuol dire vestirsi come mignotte e svendersi a chiunque sia sopra il palco. Non vuol dire presenziare indistintamente nei camerini di chicchessia e portare trionfante a casa vagonate di pass. E non vuol dire vantarsi con le amiche di essersi fatta mettere le mani nelle mutande. 


Groupie è essere scelte dalla musica, non scegliere. 


E'
...
L'urlo della folla quando si spengono le luci
La canzone che aspettavi
La scaletta appiccicata con lo scotch ai piedi del microfono
Le transenne che premono sullo sterno
Tu, davanti al palco e tutti dietro di te
L'occhio di bue che si muove tra il pubblico
Un ricordo ritrovato
Cantare gridando con la voce più forte che si ha
far passare al controllo, le bottiglie d'acqua con il tappo
 nuotare in un assolo
aspettare il bis
veder staccare i jack dopo l'ultimo brano.


E' la musica di sottofondo quando tutto è finito, quando i riflettori accecano lo stadio e fiumi di persone si allontanano in fila.  

E' la paradossale sensazione di sentirsi a casa, in famiglia, in comunione armonica con qualunque essere animato e non.

E' rimanere per ultima a calpestare il parterre, prendere a calci bicchieri e lattine mentre i tecnici smontano gli strumenti, restare con le caviglie impigliate a fogli di riviste sconosciute, abbandonati dopo aver avuto il merito di ospitare i culi dei presenti.

Ecco, groupie per me è questo, è Kate Hudson in Almost Famous, col pass al collo,  nella sua danza tra le cartacce.

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