venerdì 8 maggio 2015

Svegliati è primavera!

Happy birthday to me
Nascere il 5 maggio e chiamarsi Sara, è un invito al ritornello.
Ho passato l'infanzia e l'adolescenza a farmi svegliare ogni volta che dicevo il mio nome e generare l' "ei fu" ad ogni risposta del"quando sei nata?".
Sull'ei fu lasciamo perdere. Prima ho dovuto capire perché me facevano mori' prima de nasce, 'na volta appreso che era colpa di Manzoni me so' rassegnata alla dicotomia nascita morte che evocavano il mio nome e la mia data di nascita.
Questo deve essere il motivo per cui poi, realmente io mi sveglio solo a Primavera e d'inverno muoio.

 Aho, a forza di sentirselo dire uno ce crede.

Cioè a fine ottobre, appena mi tolgono quell'ora di luce serale in più, appena uscire in balcone a stendere i panni mi diventa spiacevole, appena mi vedo costretta a coprire le gambe per il freddo e non per non mostrare al mondo la collezione autunnale di cotechini, appena vedo il primo panettone al supermercato, io mi addormento.



Non so se è un principio ursino, dal quale probabilmente discendo, ma è come l'orso che più o meno mi comporto.
In vacanza, ad agosto, accumulo calorie per l'inverno e dopo aver ingrossato il deretano a sufficienza, dopo che la pancia ha assunto finalmente, quell'aspetto da busta del pane con troppe rosette dentro, dopo che la pigmentazione della mia pelle si è uniformata in un pallore verdognolo e mummificato, entro in un letargo vigile che finisce solo quando, intorno al 21 di marzo, qualcuno me viene a di': Antonello t'ha chiamato. Dice che è ora. E suona la mia sveglia.
Per quattro mesi non esisto.
Me faccio veni' tutte le malattie del mondo che pare sempre che sto in punto de morte e la sfango così: influenze intestinali, tracheiti, febbri che manco co' la malaria, allergie alimentari, sciatiche, dolori premestruali prolungati, tossi tipo Lady Oscar, astenia totale.
E nel frattempo faccio proprio le crocette sul calendario.
A fine marzo apro 'n occhietto, a metà aprile l'altro...e a maggio, quando nasco, lo faccio davvero.
So che questa mia caratteristica non è unica. Ne conosco a pacchi.
Pacchi fatti di amici e amiche che hanno tutta la mia solidarietà e con i quali ci sosteniamo tipo Alcolisti Anonimi. Chissà come si chiamerebbe il gruppo... Estatisti Anonimi.
A Roma poi... a Roma dovrebbero coniare una sindrome: sindrome del primo raggio di sole. Appena scatta l'equinozio vedi 5 milioni de girasoli. A piedi, in macchina, sui motorini. Tutti che sembrano apparecchi ad energia solare scarichi, bramanti calore e luce. Pure se fa 10 gradi magnano all'aperto, vanno ar mare, in campagna, ar parco. Tipo cerimonia di liberazione. Come le formiche.
Ganache al cioccolato 

Però io me chiamo Sara e so' nata er 5 maggio.
Così tutto ha un significato carmico che sembra imprescindibile.
Da qualche giorno ho 42 anni.
Il che non significa una beneamata mazza.
Semplicemente mi guardo e mi sento fortunata.



Sono abbastanza bassa, tendente al rotondo, coi polpacci de Andrea Lo Cicero,  le gambe un po' ad ics e le braccia ormai con la pappagorgia.
Sono femminile quanto uno scaricatore di porto livornese e il mio vocabolario è SoraLella-italiano italiano-SoraLella.
Sono intollerante, rompicoglioni e molto diretta. Se avessi scelto la carriera diplomatica non mi avrebbero manco fatto entrare a scuola e se l'avessero fatto a quest'ora saremmo in guerra.

Crostata prima di essere cotta
Però sono circondata da persone che mi amano senza essere costrette, che si preoccupano per me e vogliono vedermi felice, che sopportano e supportano tutto quello che sono.

Ci sono persone che nascono fortunate, dotate di una bellezza che renderà la vita più facile, altre con una voce che decide per loro, altre che sono "figlie di" e non faticheranno per avere nulla.
Invece io faccio parte di quella categoria che suda pure per comprarsi i pantaloni, che combatte per ogni diritto e dovere contro e per la sua persona.
La mia fortuna me la sono costruita, amando per essere amata, sopportando e supportando per essere sopportata e supportata da coloro a cui tenevo; sorridendo per ricevere sorrisi e dispensando le parti belle di me a chi voleva vederle.

Oggi sono un po' più vecchia, vado dal medico molto più spesso, mi commuovo appena i miei nipoti mi guardano, temo di rincoglionirmi presto, bramo libertà e tempo ma quello che ero, lo sono ancora.

Grazie a me e grazie a chi mi ama.

A loro dedico la mia crostata al cioccolato versione Knam: frolla al cacao, ganache al cioccolato, crema pasticciera. Semplice ma completa. Come l'amore.

Grazie per tutti gli auguri.
A casa ce n'è ancora, per chi ne vuole.

Crostata al cioccolato pronta!

ps. lo so, sto indietro de 'na settimana. La torta l'ho fatta ma so' lenta a scrivere. Ho una cistite che mi riduce le capacità intellettive già compromesse dal 4 davanti all'età. Rimedio presto. Promesso.

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