martedì 12 maggio 2015

Il campo delle fragoleeeee

Qualche mese fa, con mio nipote, facevo un disegno sulla sua lavagna magnetica.
Con lui faccio spesso disegni "in progress" ovvero con favole che mi invento, gli racconto e che illustro contemporaneamente, cancellando e ridisegnando.
Tipo quella che li fa con la sabbia. Solo che lei è brava.
Certo, agli occhi di Riccardo sono brava anche io!
Ma la vita è così. A microcosmi. Per mio nipote e decisamente pochi altri sono Frida Khalo, per il resto del mondo 'n'impedita totale.
Tanto per dire che certe volte per sentirsi bravi basta scegliere l'auditorio giusto.
In ogni caso eravamo sul punto di disegnare un meleto che lui ha deciso dovesse essere un "fragoleto". Dove gli alberi erano alti come cespugli e le fragole grosse come cocomeri perché lui ancora disegna le cose la cui grandezza dipende da quanta importanza gli dà.
Così dal nulla mentre raccontavo che qualche mostro stava per essere ucciso nel benedetto campo, da un supereroe a caso degli Avengers, lui si mette a cantare.
Si gira e intona con fervore, come quando io canto "Perdere l'amore" (una rima da rapper eh? me ce chiamano pe' paesi!), "Il campo delle fraaaaaagole".
La scena è stata pressappoco così:
Zia che disegnava e raccontava: il mostro di mattoni cattivo, stava distruggendo tutte le mele del campo ma per fortuna...
Rick che disegnava palle rosse: ...no zia! è un campo di fragole!
E poi, cantando fortissimo, con il pennarello in mano tipo microfono: "Il campo delle fraaaaagole".


Fosse stata 'na canzone tipo  "Papaveri e Papere", "Il ballo del qua qua" oppure un brano di quelli antichi ma che ha più cover di "Let it be", insomma uno di quelli che ha trasceso il tempo, non sarei rimasta così basita ma lui stava cantando una canzone dei Camaleonti del 1974 che per carità, un loro grande successo ma non proprio conosciutissima!
Sono rimasta tra l'allucinato e l'interdetto. Non so descrivere l'effetto che mi abbia procurato.
C'ho messo almeno dieci secondi prima di ridere.
L'ho guardato con la faccia di chi ha di fronte un bambino di 4 anni che ha ingoiato un sessantenne.
Sputa er vecchio!
L'aveva sentita in macchina del nonno. Quello paterno. A lui piace tanto. Al nonno. Così in macchina Ricky ha imparato a cantarla con le cugine e i nonni.
A questa storia ogni tanto ci ripenso e rido da sola, (il che non mi fa sembrare più fuori di brocca di quanto già non sia), poi mi sparo uno di quei bei pipponi mentali su quanto la musica non abbia tempo, quanto unisca e quanto, in fondo, qualunque età possa recepirne la bellezza.
Giusto per tornare seria.
crema frangipane
In un attimo, con l'immaginazione, mi ritrovo al parco, davanti alle giostre, insieme ad un formicaio de regazzini che se litigano lo scivolo, vicino a nonni in preda al panico con la cerbottana al lexotan pronta da sparare, solo per dire ad uno di essi con il viso orgoglioso di una zia deficiente "Impressionante quanto imparino in fretta eh?", una stronzata tale da generare una catena de iperbole autoreferenziali nei miei vicini di sventura onirica, da aprirci una pagina su facebook.

O da scriverci un post sul blog che dovrebbe parlare di torte.

Che poi tutta sta storia l'ho raccontata perché nella torta di questa settimana, che tra l'altro sarebbe di due settimane fa, di nuovo alla crema frangipane, c'era uno strato di marmellata di amarene.
Il collegamento mentale tra le amarene e le fragole non lo ricordo ma sono certa che sia del tutto privo di senso o comunque di quelli per associazione di idee, al sesto grado di associazione.
Amarene-marmellata facile da trovare-marmellate impossibili-vari tipi visti-quella che c'hanno tutti è alle fragole-fragole-il campo delle fragole.
Se vogliamo invece dargli importanza culturale, diciamo che è  salto logico artistico. Ahahaah!

L'amarena che bastava pe' puzza
Ma non è che se li fa Foster Wallace è un genio, invece io so' 'na rincojonita tipo le vecchie che te raccontano della vicina che j'ha chiesto lo zucchero e nun je l'ha ridato, perché c'hai 'na borsa rossa come lei eh? In realtà sì però posso illudermi di no, volendo.
La torta è venuta così così. La frolla tutto ok, la crema frangipane pure ma diciamocelo, il mio nuovo problema so' le teglie. Ho una teglia dove c'è ancora l'adesivo attaccato con scritto "20cm" ma l'altro giorno l'ho misurata ed il fondo è da 18. Ne ho un'altra con scritto 22 e invece sono 23.
Torta in forno
So' differenze, soprattutto quando hai a che fare con un pasticcere tedesco che se te dice 20-22, devono esse' 20-22 centimetri, non 23 "è uno de più signo', che faccio, lascio?". Perché poi fai le cappellate. Infatti. Tra la crema frangipane e la marmellata, ci andava uno strato di pasticciera. L'ho fatto ma poi non bastava. L'ho spalmato tipo quando stai a dieta e metti il burro sul pane. Ad economia ecco. La frolla tutto ok ma è arrivata a metà bordo pure lei perché non era tantissima.
Quindi in cottura il bordo s'è piegato su se stesso come un salice piangente.

Come al solito la torta è finita in mezz'ora. E' piaciuta.
L'ho portata a pranzo dalla mia amica Roby dove c'era anche mia sorella.
Diciamo che hanno gradito loro, i rispettivi e Corrado incluso.
Infatti non sono riuscita a fare la foto alla fetta.
Unica testimonianza della torta intera è qui di seguito.
Come lezione morale, dopo mezzo anno di torte, posso dire con una certa convinzione che il mio problema non è la sostanza, ma la forma.
...e le torte continuano a somigliarmi...


 La Torta:
.

ps. comunque sta foto brutta assai. ogni volta che la guardo dico: ma perché c'ho messo una bruschetta co' le telline invece della torta? Poi capisco. Meno male che era buona!

Nessun commento:

Posta un commento