giovedì 7 giugno 2012

Il monaco e il suo abito.

Ore 13.00
Sono sul treno alta velocità che mi riporta a Roma, da Milano.
Carrozza 11, l'ultima carrozza, un tempo riservata ai fumatori.

Appena salita, trovato il mio posto, perdo tre o quattro minuti a sistemarmi nel modo che ritengo più comodo, estrando il libro che sto leggendo dalla borsa, togliendo la suoneria ai cellulari, adagiando i bagagli sul sedile accanto al mio, poggiando il giubbotto sulle spalle, per evitare la morte da aria condizionata, molto comune sui treni estivi!

Una volta fatto tutto, mi posso rilassare  attendendo che la voce finta dell'altoparlante mi annunci l'imminente chiusura delle porte e la partenza del treno.


Osservo... solita variegata fauna che spazia dal giapponese in vacanza all'uomo d'affari, tutti tremendamente intenti a far finta di scrivere, mandare mail, trafficare con i loro smart phone o tablet.  
Ho sempre sospettato che in realtà organizzino mega tornei di giochi tipo bubble bobble, divisi per passeggeri di carrozza!


Di fronte a me, invece, è seduto un uomo che di primo acchitto sembra straniero, forse polacco, o russo.
Se fosse italiano, avrebbe l'aria di un vecchio compagno sessantottino che ancora non si è rassegnato al mutare dei tempi.
Ha circa cinquant'anni, i capelli mossi e brizzolati, una polo verde bottiglia senza cavallucci o coccodrilli cuciti sul petto, i baffi lunghi e disordinati di chi non ha voglia di prendersene cura, dello stesso colore brizzolato dei capelli. Tanto sono trasandati che non si capisce se i pochi ciuffi biondi che li macchiano, i baffi, siano residui di  gioventù o depositi di catrame di sigarette fumate per troppi anni.
Porta anche dei pantaloni di colore e tessuto  indefinibili che a seconda dei riflessi del vetro e dei raggi del sole che  ci passano attraverso, possono sembrare sabbia, beige o marrone chiaro come di cotone, velluto o jeans.
La cosa più brutta in assoluto sono le scarpe che indossa, sandali scamosciati, formati da strisce di pelle beige che si intrecciano convergendo verso il centro del piede, facendone vedere buona parte, alluce compreso, con la suola di gomma arancione e un elastico che si stringe, a posto del cinturino, il tutto peggiorato da macchie di smog e incuria sparse su vari punti.

Cerco di inquadrarlo dandogli un mestiere ma mi sembra impossibile. Lo immagino seduto ad un tavolo di sindacalisti che discute sul contratto di lavoro di un gruppo di operai o intento a mettere mattoni su mattoni di un muro infinito... poi mi accorgo di un libro che ha davanti "Il grigiocrate - Mario Monti" .
E' italiano e ora lo decido, un attivista politico del vecchio partito comunista!

Soddisfatta posso mettermi a leggere e mangiare l'insalata biologica che un lussuoso bar della stazione mi ha venduto. Lui di contro, si toglie le orride scarpe e allunga  le gambe fino a far arrivare i suoi piedi proprio accanto a me. Vado al bar a prendermi un caffé.


Ore 15.55
Cinque minuti all'arrivo alla Stazione Termini.
Trotsky ha fatto finta di leggere per un quarto d'ora e dormito il resto del tempo.
Ha parlato forse 2 minuti al suo blackberry mettendo educatamente la mano davanti al microfono.
A parte i piedi, è stato un viaggiatore discreto.
Meglio di quella cozzetta col palo nel culo che siede alla mia destra nei posti dopo il corridoio e che per tutte le 3 ore ha cercato al telefono persone che non le venivano passate, le ha cercate ad un volume altissimo presentandosi a chiunque con nome, cognome e agenzia di appartenenza come se ogni volta fosse di fronte al sergente maggiore Hartman.
E meglio anche di quello che le è seduto di fronte, che avrà fatto almeno cinque volte più di me la fila per l'altezza, al reparto genetica di cavoli e cicogne, al quale hanno allungato anche la testa e tolto i capelli, facendolo paurosamente somigliare ad un uovo di Pasqua  di cioccolato al latte! Nulla di fastidioso, se non avesse deciso di usare il quotidiano che stava leggendo, come schermo con la cozzetta per poter ispezionare in santa pace il proprio naso e lanciare ciò che trovava nel corridoio del treno, dimendicandosi che  il quotidiano non è trilaterale e che io lo dovevo guardare mentre mangiavo l'insalata.

In ogni caso, sono quasi pronta a scendere dal mio viaggio, fumarmi la sigaretta del dopo pranzo e dirigermi in ufficio.  Sto per alzarmi per preparare le ultime cose ma  un piccolo particolare distoglie la mia attenzione distruggendo in un secondo ogni mio pensiero passato a 250 km orari sul treno Milano - Roma nelle ore precedenti. Al mio dirimpettaio, nel muoversi dal suo posto, si apre la polo leggermente, quel tanto che basta a mostrare la catenina che ha al collo: una croce celtica.

Una-croce-celtica 
Non ci posso credere. Non ci voglio credere. 
Mi potevo aspettare una falce e martello, il fodero degli occhiali come Fausto, una foglia di coca dorata ma una croce celtica, no, una! croce! celtica! no!

Che anche se non dovrebbe significare quello che invece significa, quella croce, personalmente non la porterei nemmeno se facessi parte della Gaelic Atlhetich Association!

Se questo tizio non è un mix ben frullato tra Lech Walesa e Karl Heinrich Marx con un pizzico di Stalin, se non è posseduto da Palmiro Togliatti allora io... io sono la cugina cattiva di Alessandra Mussolini e non capisco più nulla.

Scendo dal treno avvilita, amareggiata, confusa.

Dov'è il problema? L'abito non fa il monaco o il baffo non fa comunista? Non ci sono più le distinzioni di una volta o è stato tutto uno squallido equivoco?

Non mi do pace.  Cos'è questa confusione? Quest'amalgama informe? Come faremo a tornare a capire che Silvio non è un grande politico ma un ladro, che questo Papa non è il messaggero di Dio ma uno stratega impostore, che se uccidi qualcuno non diventi famoso ma un assassino, che non pagare le tasse non è furbizia ma evasione, se non si capisce se un uomo baffuto sui cinquant'anni è un seguace di Togliatti?

Lo so, è tutto molto esasperato.  Però a me preoccupa anche Marx con la celtica al collo.
Ci siamo persi qualcosa per strada... la Costituzione? l'Educazione Civica? la Fame? Le idee?

Non lo so. Ma qualcuno che lo sa, uno a caso con le idee chiare, per favore, ci aiuti a ritrovarlo.




2 commenti:

  1. la ringrazio, il suo commento è stato estremamente divertente. oddio, i miei sandali non fanno proprio così schifo. E mi scuso per i piedi nudi, ma scendo dalle montagne e quando si superano i 20 gradi patisco il caldo. quanto ai baffi, son brizzolati naturali, niente catrame o nicotina: non fumo. anche la maglietta, non è griffata ma per lo meno era pulita. comunque è stato un peccato che lei non mi abbia svegliato per discutere. Avrebbe scoperto che si può avere la celtica ed essere molto più a sinistra di quanto lei immagini. mai sentito parlare di Peron?

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    1. Dovrei ringraziarla io! Innanzi tutto per non essersela presa, considerata la mia fissazione alla Nanni Moretti, per le scarpe, tanto grave da classificare le persone in base a ciò che indossano i loro piedi. Non la rinnego perché è patologicamente più forte di ogni democrazia del mio io ma se ogni tanto, come si dice dentro il GRA, "me dessi 'na regolata", non mi farebbe male. Poi per avermi ridato fiducia nel baffo staliniano; l'idea che l'apparenza qualche volta non inganni mi fa sentire molto meglio, visto soprattutto il proliferare, come funghi dopo la pioggia, di insospettabili seguaci di Silvio, nascosti sotto mentitissime spoglie! In ultimo per avermi fatto nascere la curiosità dei molteplici significati della croce celtica. Ho sentito parlare di Peron, sì, ma ammetto la mia totale ignoranza riguardo al collegamento con la celtica. Ne avrei discusso anche volentieri con lei ma purtroppo ho notato la cosa solo quando stavamo per scendere dal treno.
      Dovrei ringraziarla anche perché, come ben saprà, a meno di non avere motivi concreti e funzionali, aprire un blog è un atto fine a se stesso assolutamente improduttivo, se non per una buona autoanalisi. Lo leggono gli amici e coloro ai quali piace come scrivo, pochi. Questo post, senza dubbio grazie a lei, è stato letto da un numero di persone pari alla somma di quelli che hanno letto tutti gli altri, che non è il "Quesito con la Susi" ma un'innegabile constatazione.
      Il fatto di non averla urtata e di averla fatta sorridere è un gran bel complimento per me.
      Per tutto questo (e per la palese figura di merda) farò pubblica ammenda in codesti due modi:
      1° mi documenterò sulla croce celtica relazionata a Peron.
      2° comprerò "Il grigiocrate" e scriverò un altro post solo su ciò.

      P.s. la maglietta senza griffe non è un difetto.
      p.p.s. Sui sandali, mi spiace, non posso prometterle niente, andrebbe contro la mia etica!

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