Anche se mi avvio ai 40 e le rughe se vedevano pure un po' di tempo fa, prima non lo facevo.
Colpa degli anni '80. Un trauma irreversibile.
E chi li ha vissuti da adolescente sa di cosa parlo.
La moda - più brutta - di sempre.
A partire dai vestiti.Brand, che spuntavano come brufoli dopo la Nutella e come tali sparivano, proponevano capi che sarebbero stati male pure a Carol Alt, con colori che un laser puntato nella pupilla dava meno fastidio.
Poi i capelli.
Ma come si faceva a portare i capelli in quella maniera? I lisci cotonati, con delle frange da farci surf acrobatico, scalati che manco l'Everest; i ricci bicolore, una criniera de CiaoCrem o di fusilli a burro e parmigiano, come si diceva all'epoca.
E dulcis in fundo, messer il trucco.
Se uno co' 'na pistola ad acqua e un altro co' 'na fionda te lanciavano ombretto e fard da lontano, sulla faccia, a caso, alla fine risultavi meno mischiata e meno mignotta in pensione, di quanto la moda del tempo imponesse.
Il trucco ti faceva apparire sempre conciata come una bambina di 4 anni, che aveva fregato la trousse
della mamma per sembrare donna e s'era impiastricciata il viso creando l'effetto "rossetto sulle guance"!
Tutto questo era notevolmente imposto.
Trucco, capelli e abiti brutti. La moda era molto più categorica e ghettizzante di oggi.
Soprattutto a Roma e in ogni quartiere definito "in".
Dovevi seguire il branco per essere accetata, oppure avere dei coglioni grossi quanto quelli di un elefante con l'orchite: perché i tipi che se ne fregavano non erano radical chic, erano nerds, additati, emarginati . C'erano delle teste di cazzo capaci di farti cacciare da tutta una comitiva perché avevi legato il golf in vita nel modo sbagliato!!! (c'era tutto un rito, sì, gente che ce saltava la scòla pe' impara' a legasse er giacchetto in vita).
Peggio mi sento, ovvio, per quelli che non potevano permettersi vestiti tanto brutti quanto cari (momento tristezza).
Gli adolescenti ricchi sono decisamente dei mostri di stronzaggine, roba da Guinness.
E io ho vissuto da povera in un quartiere di ricchi.
Quindi ce l'avevo tutte. Come Winter quando giocava nella fascistissima Lazio.Poi come in ogni ambito, se eri figa, sticazzi che non portavi i Levi's 501 coi bottoni, (scomodi da toje che pure er mostro de Firenze ce rinunciava) o i Closed co' le pinces (che pareva sempre che c'avevi la colite).
In ogni caso, non ero figa con la F maiuscola , ma per fortuna, dopo un'infanzia da quaglia coi capelli lunghi, a 13 anni ho subito un mutamento, credo genetico, tipo OGM, che ha permesso di far dimenticare al mondo, soprattutto maschile, il mio status sociale.
E quello che da qualche snob puzzanaso era considerato non adeguato all'ambiente, era diventato quasi superfluo. Il quasi contiene un vaso di pandora, ovviamente: complessi di adolescente e di inferiorità , o quello che nella capitale chiamiamo "Te manca 'a tera sotto i piedi".
Comunque, spinta dal momento brutto anatroccolo, ho eliminato il trucco "Joker con la miopia" e mi sono buttata sul bianco e nero.
Una dark bionda.
Cappotto nero, cappello nero alla John Taylor e TRUCCO NERO!
Capelli biondi.
L'ape Maia.
Capelli biondi.
L'ape Maia.
Ombretto, matita e rossetto neri contro l'inflazionato punk inglese: comunque una cagata.
(come gli Emo di adesso?).
Su di me è durata poco per fortuna.
Tempo che i Duran Duran si convertissero al colorato sobrio e io appresso a loro, ovviamente.
L'epoca "il tuo viso - un album da colorare" però non era finita e grazie a Pupa, Rimmel, Deborah e qualche altra marca che molte di noi reperivano gratuitamente alla Upim, quando ancora non esistevano i codici a barre, è iniziato il momento glitter. Ovvero: i brillantini, un modo per passare inosservata.
Avevo ombretti di colori accesissimi e pieni de glitter che pe' levalli dovevi portà la faccia in tintoria e smacchialla co' la trielina!
Andava messo su tutto l'occhio, non su un pezzo, non sfumato, pieno, carico come un fucile!
Parevi un panda in technicolor!
Apro una piccola parentesi amareggiante: se oggi qualche adolescente dovesse leggere quello che ho scritto, lo troverebbe molto attuale e forse mi additerebbe come vecchia, perché non capisco il suo look.
Già, perché l'orrore, in forma ridotta per fortuna, dosato leggermente da un minimo di sobrietà che io chiamerei decenza, è tornato in questi anni di deficit di tutto: idee, originalità, miti, eroi, soldi, futuro.
Eppure, per quanto abbiano tentato l'impossibile, reintroducendo sul mercato spalline nelle giacche da uomo, maniche a palloncino, maglioni blu elettrico e gonne a righe mischiate ai pallini, non ce l'hanno fatta. Mi potrei soffermare sul motivo sociologico della scelta di far tornare proprio quegli anni, nella moda e del motivo per cui non ha dilagato come allora ma parlavamo del mio trucco e chiudo qui la parentesi amareggiante.
A metà degli anni '90, per disintossicarmi da quel decennio di DarioArgento-style ho passato i successivi 20 senza truccarmi. Se non sotto tortura delle amiche, costretta dagli eventi o in picchi depressivi da decifit di autostima.
Ma il trauma non è mai passato. Per me oggi, truccarmi, vuol dire ancora sporcarmi la faccia, renderla ridicola, non smussarne i difetti o i segni del tempo!
Mi guardo la mattina davanti allo specchio, mentre scelgo con diligenza da scolara, l'ordine di trucchi con cui coprire il viso e mi rivedo adolescente, frivola e priva di gusto, mi rivedo seguire la micro massa di perfide ed elitarie figlie di papà, mi rivedo insicura, costretta a somigliare ad altre per sentirmi accettata, mi rivedo difendere l'ostentata apparenza di quegli anni con chi la giudicava, giustamente, orrenda.
Allora credo che in fondo, il motivo per cui non mi sono più truccata, è per essere me stessa, per sentirmi più trasparente davanti al mondo, davanti a chi volevo accanto, che poteva guardarmi come sono.
Oggi posso dire con orgoglio che quando sono truccata, poco, sobriamente, tono su tono, sono comunque me stessa con un po' di vanità in più.
Rimane solo il grosso, gigante punto interrogativo che ancora non riesco a togliere malgrado ponga spesso questa domanda e spesso mi venga risposto.
Si mette prima l'ombretto o la matita???
mah, io me so' sempre vestito male (e anche oggi...) e nun me ne è fregato mai una cippa...
RispondiEliminaso' dovuto arriva' a 34 anni per sentirmi criticare qui a studio dal duo "Dolce e Gabbana" ma vabbè, lasciamo perdere...