martedì 22 dicembre 2015

E' un bicchiere di vino con un panino.

Torta Singapore finita. Male. 
Ho ancora 2 torte arretrate di cui raccontare.
Una è un'ottima "Singapore", proprio quella qui accanto: mousse al cioccolato con base di frolla e in mezzo una gelatina alta circa un cm di frutta tropicale, speziata al curry e pepe rosa. Fatta i primi di novembre, per far capire quanto sto indietro.
Sono saltata di palo in frasca spesso e volentieri, lo ammetto.
E' così che sono fatta, d'altronde.
La torta è stata più facile del previsto ma devo essere sincera, non ho badato minimamente all'estetica perché non ce la potevo fare. La gelatina di albicocche con cui decorare e lucidare le superfici dei dolci, rimane per me un mistero, ovvero come va utilizzata e quindi questa mousse un po' più rigida del solito, perché fatta con la chiara d'uovo e non con la panna, era difficilmente malleabile soprattutto sotto le mie mani inesperte.
Ho pensato bene di lasciarla brutta ma buona.
Le due cose non dovrebbero essere in contraddizione, lo so. Facciamo finta che per ora sia così.
Giuro, il mio 2016 sarà dedicato a migliorare l'estetica.
Delle torte e mia.
Singapore è stata un successone. La scelta del sapore a discapito dell'estetica, fingendo che fosse una scelta, è stata azzeccata.
Mousse
Ma successone nel senso che sono state invitate persone a cena per assaggiarla dopo un passaparola fitto, fitto! Evidentemente proprio buonissima.
Commento le mie torte come se io non le assaggiassi. In realtà le assaggio ma mai le trovo così eccezionali come chi le mangia con me, ritiene. Non ho ancora capito se è un caso di sottostima o di gusti. Penso la seconda. A me la torta di mele coi pinoli piace un sacco, anche se viene male.

Infilo sta torta in mezzo ad un episodio che ne metterà in discussione le basi.
Domenica scorsa, mentre io ero a Monaco a godermi freddo, Germania e litri di birra, il mio nipote piccino è stato male. Bronchiolite.
Mia sorella, in piena notte, come capita a molte mamme, è uscita col fagottino ed è andata al pronto soccorso per farsi aiutare.
Dopo una settimana di antibiotico e aerosol, ovviamente sta meglio e per fortuna non era nulla di grave, ovvero non aveva degenerato in polmonite.

Postuma, sono stata 2 giorni senza riuscire ad addormentarmi, per l'ansia.
Inutile ansia.
Postuma poi...a cosa serve?
A cosa serve in generale, questa mia preoccupazione, questa convinzione che il mondo non vada bene, se non lo tengo sotto controllo.
Atlante me dovevano chiama', non Sara!
Eppure l'impotenza e la preoccupazione che mi generano le persone che amo, la ascriverei al patologico.
Vorrei sempre che tutti stessero bene, che non succedesse niente a nessuno e che mi fosse sempre e comunque possibile aiutarli nel caso in cui si presentasse qualunque problema.
Mi assale, nei momenti di difficoltà, un'ansia accecante, che non controllo, che non ha senso, che non porta da nessuna parte. L'ansia di cosa, non si sa. L'ansia di non poter far nulla.
Riuscire ad essere razionali e a trasmettere la razionalità alla propria anima, è veramente uno dei compiti più difficili del mondo, per me.
Sono solo una donna.
Certe volte dovrei rimproverarmi della presunzione di credermi un padreterno capace di risolvere i problemi di tutti, che tra l'altro manco LUI ce riesce.
E dovrei rimproverarmi anche del fatto che la mia ansia si potrebbe scambiare per mancanza di fiducia nelle capacità del prossimo, cosa assolutamente non veritiera.
Frutta tropicale in cottura per gelatina
Tutto questo lo so, ne sono razionalmente cosciente, poi però l'idea di avere il mantello di Batman che protegge dalle malvagità i miei "cari" è più forte di me. Come fosse possibile, proprio. Come se avesse senso dire "se ci fossi stata io, porca miseria", sbattendo i piedi contraddetta.
No, vita mia.
Non è così.
Puoi riuscirci a fare un dolce, anche complicato, anche riempiendo la cucina di bestemmie. anche rendendolo buono ma brutto e poco appetibile ma, siamo al 15 dicembre, a un trentina di torte fatte, è ora di smetterla con questo continuo paragonarti ad una ricetta!
Arrenditi al fatto che la forza di volontà possa cambiare il tuo mondo, non eliminare le sofferenze.
Arrenditi alla presenza del caso, al succedere degli eventi, all'umana fallibilità, arrenditi ad amare senza confini e a dare quando ci sei, non rimpiangere quando non ci sei stata.
Arrenditi all'impossibilità di cambiare il passato e cerca di cambiare il presente, almeno il tuo.
Arrenditi al non poter essere giudice della felicità altrui e continua a donare sorrisi.
Arrenditi al ricordo di un dicembre triste, che ha visto il dolore della malattia di un papà, prendere il sopravvento e comincia a farlo tornare allegro guardando la gioia dei tuoi nipoti, non cedendo al reiterare dello stesso dolore.
Arrenditi, vita mia, arrenditi a godere della possibilità di essere felice, prima di averne paura.

Quando lo farai, quando riconoscerti la felicità senza ucciderla o mostrarla al mondo non ti farà temere che ti venga rubata, allora forse, le torte saranno buone ma anche belle.






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