giovedì 22 gennaio 2015

Tris-tezzaaaaa, per favore vai viaaaa!!!!!

E' lunedì.
Sono talmente piena di tosse, raffreddore e pseudo febbre che le mie parole sono influenzate.
Non sono pure e dirette, non escono lisce e naturali.
Arrivano contaminate, offuscate, prive di freschezza.
(Adesso  è il momento dell'applauso per il doppio senso dell'aggettivo "influenzate". Grazie, ora
possiamo rientrare nel pathos.)
Sto scrivendo dal letto, seduta perché se mi sdraio tossisco, se mi alzo tossisco, se mi muovo tossisco.
Praticamente scrivo dall'unica posizione concessami dai bronchi per non fare Lady Oscar.
D'altronde non credo di avere alternative: o aspetto di guarire da questo stato di malessere, oppure raccomando a chiunque legga di usare la mascherina come i giapponesi o di lavare lo schermo con l'amuchina.
Mi auguro ne verrà colta l'essenza evitando le contaminazioni.


Siete pregati di indossare mascherine usa e getta per evitare il contagio. Grazie.

Nel guardarmi mentre scrivo, che non è un grande spettacolo nemmeno con tanta fantasia, ricordo un paio di sorelle March, le protagoniste del primo libro che ho realmente amato nella mia vita: "Piccole donne".
Non è che brilli in originalità, questo mio amore. Un po' come innamorarsi di Michael J. Fox in "Casa Keaton", Dylan in "Beverly Hills", Terence in "Candy Candy", Ralph Macchio in "Karate Kid", Johnny in "Dirty Dancing", Pierre Cosso nel "Tempo delle Mele 2" che sì, li ho amati tutti. Si cresce anche amando e poi rinnegando gli stereotipi.
Piccole donne invece, lo amo ancora.
E' quel genere di amore verso chi vorresti essere da grande, verso chi ti piacerebbe emulare, che ti fa dire "anche io voglio essere così" e poi ti si attacca a ciò che fai conducendo molti tuoi gesti.
Quell'entusiasmo enfatizzato di quando si è bambini e tutto sembra possibile, quando seduta sul letto con libro in braccio, mentre scorri le ultime pagine gridi "Brava Jo, lo sapevo che ce l'avresti fatta!".
E...sì... Volevo essere Jo anche io. Pensavo ai mei lunghissimi capelli e a quanto avrei potuto venderli, per un racconto pubblicato, pensavo al mio modo molto maschile di apparire, che mostrava menefreghismo e spacconeria ma nascondeva una banalissima e convenzionale insicurezza.
Oggi di Jo è rimasto senza dubbio l'amore per la scrittura però, se guardo 'sto pallore diffuso, la tosse incessante e la fiacca atavica, corredata da una voce appena sopra il sussurro, ecco, credo di essere trasmigrata in Beth!!!! Speriamo in una fine meno drammatica...

Comunque la torta che ho scelto questa settimana si chiama "Tris". Scelta più che altro da mio cognato come torta per il suo 44esimo compleanno. Ho acconsentito.
Esiste una sola canzone con questo nome, di un gruppo a me sconosciuto che quindi ho preferito evitare.
In compenso, visto che per motivi personali il primo "tris" di cantanti che non citerò e che in questo momento storico potrebbe balzare alla testa, mi avrebbe rovinato la già compromessa riuscita della torta, ho ascoltato per tutta l'esecuzione, il "best of" dei tre tenori Carreras, Domingo, Pavarotti.
Per fortuna brani che conosce chiunque, altrimenti la mia ignoranza in fatto di musica classica e opere, avrebbe fatto scopa con quella in fatto di pasticceria con conseguenze facilmente intuibili:
1) ma questo che pezzo è?
2) oddio come sono ignorante!
3) ma cazzo non so proprio nulla
4) e pure sta mousse, ma quanto va montata la panna? non sono capace
5) vabbé fanculo.
Questo la dice lunga sulla precarietà della riuscita di ogni dolce, per quanto rimango convinta che la colonna sonora sia la parte più importante di un film: Profondo Rosso con la musica di Benny Hill avrebbe fatto cacare.
Che dissertazione da bar dello sport! 
In ogni caso, grazie al primo brano del disco, "Ridi Pagliaaaaaaaccioooooo", ho visualizzato subito  la faccia di Giovanni che canta in "Tre uomini e una gamba" dentro la macchina, rischiando l'incidente e tutto è andato come meglio non poteva. Ah! Le solide basi!!
Anedotto da nonna coi nipoti, davanti al caminetto: alle prime note già ridevo da sola perché questo pezzo mi ha ricordato un episodio stupido della mia vita.
Estate 2001, con mia cugina e due mie amiche in macchina.
Ero alla guida, come spesso accadeva.
Stavamo facendo la strada tra Terracina e Circeo, una litoranea tutta curve costellata di consorzi, alberghi, locali e ville, ascoltando qualcosa nello stereo della mia Peugeut 206.
Doveva essere uno di quei brani per i quali canti come se non ci fosse un domani, tipo "Maledetta Primavera", "Perdere l'amore", "Non amarmi". Roba così.
Sta di fatto che per cantare a squarciagola, convinta delle mie concrete doti da pilota, feci proprio come Giovanni e lasciai il volante in curva. La macchina, che chiaramente non era Kitt e io non ero David Hasselhoff, andò dritta nella corsia opposta, salutando con un bacio sfiorato, da pochi centimetri, una vettura che arrivava in senso contrario.
Ridevamo e cantavamo fino ad una frazione di secondo prima ma dopo esserci cacate letteralmente sotto dalla strizza,  a volante prontamente ripreso (prontamente... prontamente lo dico oggi!) proseguimmo il nostro viaggio in silenzio tombale fino al Circeo.
Da quel giorno in poi quello per noi è il ricordo "Ridi pagliaccio".
D'altronde quando uno ha ricordi di una certa levatura culturale poi...ecco...se vede, no?
Che famo? La chiudemo 'na parentesi? Eh?
Eddaje va!
Così, dopo aver spoetizzato il dramma di Leoncavallo si può parlare in serena beatitudine di questa santissima tris,  una sovrapposizione di tre mousse di cioccolato, fondente, al latte e bianco, su un disco di marquise al cacao.
A dirla così fa molta paura, a leggerla invece, in teoria, una volta fatta la marquise, non sembrava neanche complicatissimo, bastava fare la stessa preparazione e dividerla per tre per poi mischiarla con i relativi cioccolati.

Marquise pronta nello stampo
Peccato che io abbia dei seri problemi con la matematica e che cercassi di dividere dei semi liquidi direttamente nei contenitori.
Me chiamavano er Mosé delle torte!
Se non  fosse arrivato Corrado a fare quello che io non riuscivo, dividere la panna, montata insieme, in tre contenitori di uguale peso, stavo ancora lì a fare Peso Lordo meno Tara, diviso tre. Per come sono fatta io, era più facile per me montare la panna in tre ciotole diverse.
Lo so, sembra follia, eppure  è così.



Ho iniziato a fare la torta alle 10.30 circa e ho finito alle 13.30 passate e giuro che ho perso più tempo a fare le divisioni in grammi e in ciotole degli ingredienti che a preparare la torta stessa.
Nel complesso i passaggi non sono stati neanche troppo complicati.
Purtroppo ho scoperto solo dopo di aver sbagliato il passaggio più importante, leggendo altre pagine del libro di Knam: ho mischiato la panna alla cioccolata mentre era sul fuoco e invece potevo farlo liberamente su un normalissimo piano di lavoro.

Ad illuminarmi un po' prima, mi sarei evitata di farmi venire il braccio di Serena Williams  per montare la panna col cioccolato sul fuoco e l'equilibrismo di: presina per ciotola bollente in una mano, frusta nell'altra, tegame da tenere a bada sul fornello.
Questa stronzata, in teoria un'ovvietà da dilettanti, a ripensarci col senno del poi, ha un po' rovinato l'idea della mousse che quindi si è leggermente smontata, malgrado Serena Williams.
In freezer inoltre, dove la torta doveva riposare 2 ore, forse proprio per colpa della stessa stronzata, lo strato di cioccolato al latte ha un po' invaso il bianco.

Ed è uscita così.
Poi l'ho aggiustata. 
Ma intanto è uscita come se avesse viaggiato nel congelatore di una 
nave col mare forza 10.




Le botte che me dava Knam nun lo vojo manco dì!
Me diceva "Qvesta non è morbita muss! Qvesto è semifrettto. Sapore buono ma eguilipprio completamente sbalatttto".
Testa china avrei preso le pizze rispondendo "Scusi maestro".

In ogni caso la Tris come annunciato, doveva essere la torta per mio cognato per il suo compleanno e così è stato.
Il giorno dopo l'esecuzione, quindi domenica 18, ho portato la torta a casa di mia sorella.
Eravamo se non sbaglio 12 persone.
Dopo un lauto aperitivo, che poteva blandire gli affamati con alcol e cibarie, ho sfoderato il mattone tricolore e dato in pasto alle cavie il presunto capolavoro culinario.
E' andata benino.


Qualcuno ha detto "mortacci quant'è bbbona!" , qualcuno "non è il mio dolce preferito ma è molto buona", qualcuno ha bissato. La torta comunque è finita.

E' rimasto uno spicchietto triste e solitario, il mio probabilmente, visto che non l'ho mangiata.
L'influenza già aveva preso da un paio di giorni possesso delle mie facoltà e oltre all'olfatto e al gusto, mi aveva di conseguenza tolto anche l'appetito.
Ho approfittato per immortalare gli strati da dentro, che avevano decisamente un aspetto migliore dell'esterno.
E' appurato che l'estetica non sia il mio forte.
La mia amica Myriam presente all'assaggio (e ancora viva), che come mia sorella in fatto di dolci è 'na spada, ha trovato tutti i difetti in un solo boccone, facendomi delle domande che mi hanno fatto capire gli errori tipo "il cioccolato fondente è un semifreddo?" , "sotto che preparazione c'è?".
In poche parole: bona eh! ma che doveva esse'?
Quindi capiti gli errori penso che non la rifarò mai più ma mi aiuterà per la prossima preparazione di un'eventuale mousse.
Comunque lo affermo con decisione: fare la mousse è 'na gran rottura de uova.

A mia parziale discolpa voglio solo dire che:
1-realmente non stavo un granché
2-non sentire gli odori nun t'aiuta
3-lo scoglio dell'uso indiscriminato della cioccolata non l'ho ancora superato del tutto
4-Potevo scegliere un altro titolo e un altro trio, forse sarei stata più lucida.


Il ps del giorno riguarda il concerto del 1999 per l'Aids: mia cugina dice che Baccini c'era.
Un punto per la squadra delle sinapsi!!!!!

Il secondo ps vuole sottolineare che con cognizione di causa ho evitato di commentare l'uso scomposto della parola Tristezza per citare il nome della torta: inficia senza via di scampo, l'idea di simpatica umorista che vi siete fatti di me. Questo secondo p.s. non è stato mai scritto, voi non lo avete mai letto e si autodistruggerà tra 3, 2, 1.....beeeeeep


2 commenti:

  1. Secondo me solo il pensiero del trio ha smontato la mousse. Non è colpa tua 😂😂😂😂

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  2. Ahahaha! Può essere! Comunque come scusa è buonissima! Mejo della torta!!!

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