mercoledì 14 gennaio 2015

Giu-Giu-Giu-Giu-Giulio!

La torta da me scelta nel libro per questa settimana, come intuibile dal titolo, si chiama Giulio.
Knam l'ha chiamata come suo figlio.
Legittimo. Il diritto di chiamarla così, ovviamente.
Anche il mio diritto di chiamare così il post sarebbe stato legittimo se, invece di citare il ritornello di "Giulio Andreotti" di Francesco Baccini, perché lo cantavo ogni volta che leggevo la ricetta, nel partorirlo mi fossi fatta balenare in testa canzoni più immediate.
Che ne so... "Brava Giulia" di Vasco Rossi  che potevo parafrasare facilmente con un moderno cambio di sesso, o "Giulio Cesare" di Antonello Venditti, per tediare il mondo con una lunga filippica sulla mia adolescenza tra i ghettizzanti pariolini di quartiere Trieste negli anni ottanta.

Invece no, ho cantato (e usato)  Baccini. 

Forse questo è tra quei brani a cui Baccini non ha dato nuova vita neanche con un best, neanche a Music farm, ultima apparizione che ricordo, quando ha fatto la pezza da piedi de Dolcenera e poi l'hanno cacciato, mentre tutti pensavamo che volevamo ricordarcelo ironico e pungente.
Non credo sia comprensibile 'na cosa del genere.
Non solo perché penso che potrei racchiudere senza sforzo in un monolocale tutti quelli che ricordano il pezzo o che comunque se qualcuno dice "Giulio", a Roma per giunta, non cantano subito Giulio Cesare ma soprattutto perché il titolo per il post "Nasce qui da te, qui davanti a te, Giulio senza Cesareeee" era molto più fico. E faceva ridere.

Non me ne faccio una ragione! E' una di quelle cose da autistica della musica italiana che non posso spiegare neanche a me stessa, se non cercando di fare un pindarico volo di collegamento con i miei ricordi. Per esempio: Ho mai visto un concerto di Baccini? Ho mai comprato un suo disco? Non lo so ma mentre scrivo ci penso, magari a fine post lo saprò.

Tra l'altro sto nome, Giulio, lo pronuncio esattamente come lo pronunciava il papà della pubblicità dei Fish & Crock degli anni 90.
Uno spot indimenticabile (che ha rovinato generazioni di Giulio), rimasto negli annali, dove una specie di Olivia Newton John de noantri invitava il suo fidanzato a cena e lo presentava al padre, un incrocio tra Armando de Raza e Il Conte Dracula, che lo salutava con un "Ah, Giulio". Frase caricata vocalmente da un'austerità eccessiva, come se il nome Giulio insidiasse il chiaro dubbio che il tipo, vestito "a modino", da festa dei 18 anni direi, fosse in realtà un preoccupante sovversivo.

Perché parliamone, se devo pronunciare il nome della torta dedicata al figlio di un pasticcere tedesco che se ne constatava la pallida riuscita, o comunque osservava mentre la stavo lavorando, mi faceva un didietro che il discorso di Hitler nel film "La Caduta" in confronto sembrava la poesia de Natale letta da mi' nipote de 4 anni alla cena coi parenti, me pare er minimo che faccio la voce austera, no?

Per la cronaca, anche se non è producente a livello narrativo dire subito la fine del racconto, la torta mi dicono fosse buonissima.

Mia sorella mi ha detto, tipo critiche in fondo ai libri di successo: "è la torta più buona che io abbia mai mangiato. E' spaziale e crea dipendenza". Mio cognato è annato a ròta, come si dice a Oxford, Corrado l'ha mangiata con gusto ma ha dovuto saltare la cena causa mattoncino creatosi nella pancia.

Ho scritto 'na roba tipo 50 righe e la domanda nasce spontanea "Sì, ma sta torta?".
Classico mio. Faccio più premesse inutili io che un avvocato in una causa penale.
Comunque a livello di difficoltà, rispetto allo strudel, sono salita.
Qui c'erano da preparare 3 cose: una frolla al cacao, una ganache al cioccolato e il caramello salato.
Inoltre dovevo assemblare il tutto in modo che sembrasse come nella foto del libro che questa torta sì, ha e non una costruzione asimmetrica che tutti si domandavano come stesse in piedi!

Frolla in preparazione
 L'ansia da prestazione stavolta si è fatta sentire di più.

Ho cominciato a lavorare quando mi sono alzata, un po' tardino devo dire, verso le 11.45 e ho finito alle 14.00, quando ho deciso che forse era pure er caso de prepara' er pranzo.
Capirete da voi che se c'ho messo du' ore a fa' 'no strudel, qui m'è annata de lusso!
Subito ganache, come diceva Ernst e poi frolla.
Nel mentre la frolla si freddava e poi si cuoceva, ho preparato il caramello salato.
Contrariamente alle aspettative, il caramello non è diventato la più grossa mou solidificatosi dentro un pentolino che la storia ricordi ma è riuscito proprio come doveva riuscire.
Forse perché ho "ascoltato" i consigli di knam come una bambina ubbidiente minacciata dell'orco cattivo.

In ogni caso è andato tutto abbastanza bene, nel complesso.
Il problema si pone se andiamo a guardare i particolari.
Per esempio quando ho comprato il cioccolato, ho trovato solo quello fondente al 70% e non al 60% come chiesto. Non so se cambiano le cose ma forse c'è meno burro ed è più amaro, quindi la ganache ha bisogno di più panna. Sta di fatto che Knam paventava la virata in stracciatella e io ce so' annata vicino... l'ho ripijata pe i capelli con un goccetto de panna aggiunta rispetto alle proporzioni citate nella ricetta. S'è  un po' separata in frigo quando stava raffreddando sulla torta, lasciando un baffo bianco sulla superficie, ma non s'è sgranata. Me pareva già un successo.
Poi la frolla. L'ho messa a freddare anche se non c'era scritto sul libro perché 'na cosa so' fa', la frolla e la frolla si mette a riposare in frigo. Quindi l'ho fatto a prescindere. Quando la sono andata a stendere però, s'è appiccicata al tavolo come 'na cozza allo scoglio e l'ho dovuta staccare col raschietto, tipo muratore e rimpastare stendendola direttamente nella teglia.
Con ovvi bozzi che manco le cosce mie cellulitiche.

Per la cottura della frolla nuda avrei dovuto mettere una tortiera più piccola all'interno di quella usata, per evitare che si gonfiasse ma non la avevo. Per ovviare ho piazzato al centro un poggiapentole in ferro pesante come un'incudine, che prendeva quasi tutto il perimetro... ma non il bordo che quindi è uscito gonfio che sembrava la faccia di Tyson dopo un incontro.

L'ingrediente misterioso della settimana è il sale di Maldon. L'ho comprato investendo 5.50 euro da Castroni per una confezione da 250 grammi. Ma Knam voleva quello e io ho comprato quello.
Je dovrebbero da' la percentuale, i signori di Maldon. Che è un posto in Inghilterra. Deve esse' de 'n'allegria che levete... comunque è sale in scaglie invece che in grani e un po' meno salato del nostro. Se interessava sapere. Ho imparato 'na cosa nòva. So' soddisfazioni.

Alla fine, di questa torta,  ricordo principalmente il quantitativo infinito di grassi che ho usato.  Ho squagliato burro e cioccolata come mai nella vita e ho aggiunto panna . Una buona terapia d'urto per la mia ritrosia al dolce! Roba che se sommo anche solo gli ingredienti grassi fusi, superano de 'na signora cifra quelli che ho magnato durante tutto er dumilaquattordici!

Corrado anche stavolta era addetto alla musica. Visto che non ho trovato l'album di Baccini mai comprato vent'anni fa, ci siamo di nuovo affidati a Spotify: medley di successi del cantautore.
Le sapevo tutte e le cantavo tutte.
E' come quando ai nonni chiedi di raccontare dei tuoi genitori piccoli e si ricordano pure i pasti fino alla maggiore età, poi je chiedi er cognome da sposata de tu' zia e te guardano come se j'avessi chiesto de recita' a memoria la Bibbia in giapponese. Uguale. Se chiama demenza senile. Niente de grave.

Di Baccini comunque, un concerto l'ho visto, sono sicura. Forse addirittura più di uno (o pezzi di).
Da giovane peregrinavo insieme a mia cugina Francesca (un'altra cugina) per palazzetti e concerti a caso in giro per Roma e l'Italia. Tra questi anche quelli organizzati a favore o in memoria di, per sensibilizzare o ricordare qualcosa o qualcuno.
Sono quasi certa di aver visto Baccini ad un concerto per la lotta all'AIDS di millemila anni fa all'allora PalaEur di Roma. Ricordarmi perché ci fossimo andate è un mistero.
Mi ricordo che presentava Enrico Silvestrin e che il cast era di quelli che dici "Aho, annamo?".
Ci hanno regalato dei preservativi che sono scaduti nel portafoglio.

Mentre tentavo di ricostruire l'accaduto ho trovato questo: http://www.rockol.it/news-14063/concerto-romano-per-la-lotta-all-8217-aids#article
Il concerto era del 1999.
Notare che Baccini non è citato.
Eppure io ricordo come fosse ieri (ahahaahahah) di aver cantato "Ivo", brano che calzava "a pennello" (caduta di stile clamorosissima ma era troppo servita su un piatto d'argento!).
Temo di dover districare con pazienza un groviglio indistinto di ricordi.
E comunque l'ho visto anche in un altro concerto. Presentava Claudio Bisio.
Il dove, quando e perché sono nascosti in un calderone immenso che in confronto indovina' i facioli ner barattolo de Raffaellona è 'na cazzata.
Qui di seguito prova della torta con cotanto di strati separati.
Corra alla visione s'è emozionato perché il risultato era come dice Knam:
"Si devfono fvedere tutti gli strati"



ps. La parte mancante era già stata aggredita pesantemente dai succhi gastrici degli assaggiatori.

pps. Sono andata a cercarmi tutti gli articoli di repertorio che trovavo su quel benedetto concerto per la lotta all'AIDS ma di Baccini neanche l'ombra.

Chiederei un minuto di silenzio in memoria della mia memoria. Grazie.


Ah dimenticavo! Io di questa torta ne ho mangiata una fettina minuscola, domenica mattina a colazione, più che altro per dovere di cronaca perché non mi andava: non mi ha fatto impazzire.


Roba de gusti...


Ultimo ps. Vorrei fare comunque un applauso al mio archivio-juke box cerebrale perché anche se io non lo so, c'è un motivo per cui mi propone una canzone o un'altra.
In questo caso: la prima frase della canzone di Baccini recita così "Chi ha mangiato la torta? Andreotti".

Standing ovation alla pertinenza.














4 commenti:

  1. grazie :) ma posso sapere chi sei che non appare?

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  2. Ma me la fai per la mia festa o Paganini Knam non ripete?

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  3. Te la rifaccio, certo. Ogni tuo desiderio è un ordine!
    Anzi, te chiamo tra 'na ventina de minuti?

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