martedì 19 maggio 2015

Per fare un tavolo ci vuole un fio-o-re

Ora diciamocela tutta la verità.
Sta cosa che, da un mesetto circa, le torte le faccio di corsa e nei ritagli di tempo, ha un motivo.
Si chiama "le fissazioni che me pijano e guai a fermamme".
Ovvero: adesso dipingo tre pallet e ci faccio una staccionata. Poi sistemo tutto il balcone.
Detto ad ottobre, messo in pratica ad aprile.
Le mattine di ogni sabato e domenica, quando potrei dormire (quando, tra l'altro, dovrei comprare gli ingredienti per la torta), mi sveglio perché devo dipingere o perché ho avuto un'illuminazione su come sistemare un vaso o un altro e lo devo fare subito. Sennò lo scordo.
Mi alzo e sposto tutto, rinvaso le piante, dipingo, pulisco, scartavetro.
Sì, come le vecchie, lo so.

Il risultato delle mie fatiche
Va detto che, anche se Corrado dà la colpa a Barbara Gulienetti o comunque a Real Time, che probabilmente hanno solo risvegliato il proverbiale can che dorme, le fregole di cambiare le disposizioni alle cose l'ho ereditate da mia nonna mentre la passione per il bricolage è innata.
Passione che però, non ha alcun fondamento nelle capacità. Cioè, in poche parole, so' 'na sega.
C'ho provato tante volte a sembrare brava e creativa ma no, non ho quella manina fatata che sa trasformare una bottiglia in un vaso, ne una vena artistica marcata che rende bella una cosa brutta. Anzi. Sono tendente al muratore, ecco. Spatola e cazzuola, questo sì.
Anni fa, era ancora vivo papà quindi diciamo 1993 o 1994, mi iscrissi ad un corso di fai da te che organizzavano in un negozio vicino casa, "Hobby Color". Un negozio delle meraviglie, con tutto il necessario per decoupage, pittura su vetro e ceramiche, stencil ecc ecc.
Andavo a quelle lezioni contenta, saltellando come Cappuccetto Rosso prima de becca' la sòla nel bosco.
Ci andavo munita di una fortissima volontà di imparare e di comprare stronzate che non mi sarebbero mai servite ma "uh che bello": portagioie in legno grezzo, piatti in vetro trasparente, colori per la stoffa. Tutte le volte uscivo sempre contenta ma con quel po' di amarezza di fondo.
Eh sì perché poi se sei portato, sei portato, sennò sei frustrato!
Presente cos'è il decoupage? Ritagliare pezzi di carta da tovaglioli, fogli, da appiccicare con un disegno logico, su oggetti grezzi? Eh.
E' questo, comunque: http://it.wikipedia.org/wiki/D%C3%A9coupage_%28arte%29.
Impasto cheesecake
Ecco. Le ragazze che facevano il corso con me, ritagliavano con precisione e senza difficoltà, oggetti disegnati sulla carta e creavano bellissime decorazioni. Io staccavo le gambe agli animali perché perdevo la pazienza, lasciavo i bordi frastagliati come se li avesse tagliati uno col morbo di Parkinson, appiccicavo a cazzo perché la colla vinilica si attaccava sulle dita e non sul supporto e alla fine veniva quella cosa stortignaccola e inutile come quando all'asilo dici che il lavoretto per Natale lo fai da solo e non vuoi l'aiuto della maestra e ti esce fuori una scultura di Picasso. Uguale.
Ma arrendermi no, figuriamoci. So' rimasta convinta de esse' capace o per lo meno di volerci provare. Oh insomma, mica do fastidio come quei cantautori che hanno fatto successo con una canzone negli anni ottanta e,  convinti de esse De Andre', pubblicano quattro album brutti 20 anni dopo, prima di arrendersi!
Non rompo le palle al prossimo!
Mi accanisco solo in modo maniacale fin quando non trovo una soluzione che mi soddisfi.
Tutto il resto diventa superfluo.
Come la torta che in teoria doveva essere per il mio compleanno festeggiato in ritardo e per un pubblico di fruitori molto vasto.
Un pubblico che ringraziando Dio, quando se tratta de magna'  nun se fa parla' dietro, perché 'sta rivisitazione knammiana del cheesecake al cioccolato e ricotta, c'aveva più difetti di windows 8!
Pronta per il forno
Primo: ho scordato l'uovo nella pasta frolla al cacao (sì, c'è la pasta frolla invece dei biscotti sbriciolati) Quindi era farinosa, a granuli. Per stenderla nella teglia l'ho messa a quadratini e poi l'ho pigiata con le dita, come quando si mette il prato in giardino. Secondo: l'impasto doveva essere gonfio, spumoso e leggero, invece pesava come le mie gambe ad agosto. Terzo: per la seconda volta ho lasciato il forno sulla modalità grill e la torta si è cotta solo sopra, pur avendocela tenuta un'ora, invece di 35 minuti. Il disastro.
E' chiaro che non fosse possibile farla uscire dallo stampo  quindi per tagliarla senza farne vomito, serviva la spada laser di Guerre Stellari che però non avevo.

L'ho servita già masticata.

Per decenza la riporto così, tutta intera e anche decorata con gelatina di albicocche.


Per fortuna chi era a casa a festeggiare con me, aveva già assaggiato l'aperitivo "rinforzato" e ne aveva avuto in abbondanza perché non solo la torta è arrivata nei piatti in condizioni pessime, non solo non ho preso tutti i cucchiaini, non avevo abbastanza piatti e ho rotto un bicchiere di vino nel frattempo che tagliavo,  ho anche sporzionato a minchia! Per dire... Riccardo e Corrado sono rimasti senza torta e sono venuti da me con gli occhi languidi, tutti e due a dirmi "E io la torta?".
Cuore spezzato. Ma è servito da lezione sia per la ringhiera che magari la prossima la faccio lontana dalle feste, sia perché mai più compleanni a casa. Ho tutti vicino ma non riesco a stare con nessuno perché ci sono mille cose da fare;  sento di aver deluso chiunque sia venuto lì per me. Bruttissima sensazione.

p.s. però bella la ringhiera eh?




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